lunedì 10 settembre 2007

"Sale"

Stamane mi sono svegliato tardi. Più del solito.
Avevo in testa questa roba:


Solo in casa. Occhi chiusi. Avvolto nelle coperte.
Suona il campanello. Ancora.
Al terzo squillo rinuncio a fingere di dormire.
Mi avvio verso la porta. E' buio, non accendo nulla al mio passaggio.
Traffico con la serratura. Sento che fuori c'è qualcuno che aspetta.
Quando apro, un fascio di luce illumina un pezzo dell'ingresso.
E' il momento in cui mi accorgo di essere nudo.
Guardo davanti a me, c'è la vicina di casa, una ragazza di poco più di vent'anni. Ha in mano un barattolo vuoto con una targhetta ingiallita: "Sale".
Non indietreggia quando vede che sono nudo. Anzi, reprime una risata.
Nemmeno io indietreggio. La guardo negli occhi, la percorro fino ai piedi. Ha una maglietta sottile che sottolinea l'ombra dei capezzoli e termina poco sopra l'ombelico. La gonna jeans, corta, lascia scoperte due gambe toniche. Caviglie sottili e sandali.
Mentre la esamino c'è silenzio, nel pianerottolo. Sento l'erezione che monta. La cosa non mi imbarazza. Anche lei continua a sembrare a suo agio. Di più: afferra il cazzo con la mano libera.
Quando le dita piccole e fredde mi toccano ho un lieve moto di fastidio. Se ne accorge, mi sorride. Il sorriso mi fa capire che ha vinto lei. Il messaggio che mi trapassa la testa è "ti ho fregato".
In quel momento vengo. Vibro contro la manina chiusa sul mio cazzo, tanto che per reazione me lo stringe. Le spruzzo sulla maglietta. All'altezza delle tette ha una scritta: "Kisses from the country". In corsivo. I caratteri sono sfumati come fossero scritti con una penna stilografica.
La sua mano, impiastricciata di sperma. Si posa sulla maglietta sporca. Pollice e indice tendono il tessuto bagnato e strofinano un po', producendo un rumore umido. Il suo sorriso si allarga. Mi ringrazia.
Chiudo la porta. Torno a letto.